Ci sono giornate che rimarranno per sempre nei nostri ricordi. Vuoi per l'intensità dei momenti, vuoi per il profondo senso di relax, per via delle persone care che ci accompagnano, per via di una ricorrenza da festeggiare.
Ci sono giornate che ricorderò per svariati motivi. E quella trascorsa a Castelsardo - uno dei borghi più belli d'Italia - resterà incisa nella memoria per via della stupenda serata trascorsa al Ristorante La Guardiola.
Giampaolo e Mairy hanno saputo essere ospiti perfetti, mai lasciando nulla al caso.
La sala all'aperto non era stata preparata a causa della giornata di pioggia, ma ciononostante, visto il volgere al meglio del tempo, mi hanno voluto accontentare predisponendo un tavolo sulla terrazza del bastione che abbraccia il golfo lì dirimpetto.
La posizione stupenda, privilegiata, ed il calar del tramonto hanno accompagnato la cena con scenari via via sempre più incredibili ed invidiabili.
I colori del cielo lasciavano senza fiato, così come lo stagliarsi delle lucine della parte bassa della cittadina sul mare.
Ho apprezzato tutto: il cibo, ovviamente; il racconto della storia del ristorante e della vocazione all'innovazione da sempre dimostrata da due generazioni di ristoratori (padre e figlio).
L'anima di un locale la si può celare o tramandare: qui ho intuìto che il gusto per la ristorazione sta anche nel divulgarla, non solo nel presentarla.
Spesso molto si intuisce dalla cura nel dettaglio. Altre volte è piacevole sentirsi raccontare aneddoti, racconti di ciò che ha portato un ristorante alla sua fama.
Diffido - spesso - dei bei ristoranti. Belli senz'anima, senza nulla da comunicare. Spesso, in quelle occasioni, la cucina portata al tavolo segue il rigore asettico e banale dell'allestimento.
Qui no. Tutto corrisponde ai ristoratori. Ed alla storia che si respira sulla terrazza del bastione antico del borgo.
Una cena memorabile: dall'aperitivo al sorbetto, come potete vedere nel video (non perdetelo assolutamente!).
Ottimo antipasto gourmand, accompagnato da un calice di bollicine rosé locali.
La cena è stata accompagnata dall'accostamento dei vini della Tenuta Asinara della zona di Sorso (ho gustato il rosé, mi ha commosso l'incredibile Indolente edizione Vintage, ho assaporato il buonissimo passito).
Il campione della serata è stato questo bellissimo plateau, che qui in foto non potete che vedere parzialmente:
Tutti i frutti di mare serviti, ad eccezione delle ostriche, erano freschissimi e locali. Stralocali. Accostamenti perfetti. Scampi da battaglia, enormi, sapore di mare in bocca, polpa semi-trasparente.
Gamberi rossi commoventi: teste piene e lucide. Ottimi tartufi di mare: mai visti così grandi. Il calamaro crudo in salsa di soia si scioglieva in bocca. Ottime tartare di pesce spada e di battuta di gamberi locali, con topping di tartufo. Ostriche francesi e cozze sarde premium (in grandezza ed in sapore).
La bellezza del plateau, aiutato dal ghiaccio sotto il coquillage, è stata esaltata ulteriormente dallo scenario del tramonto. Il gusto di ogni singolo assaggio è stato un piccolo istante di pace.
Al seguito, ho potuto provare due piatti che di norma compongono l'assortimento degli antipasti: un tentacolo di piovra fritto, accompagnato da una delicatissima quenelle di pecorino; un filetto di ombrina cotto in terrina al forno con granglona - squisito pecorino a pasta compatta.
Che dire: occorrerebbe avere più stomaci. Oppure continuare ad oltranza frapponendo un sorbetto di tanto in tanto.
Il palato ringrazia in ogni momento, pago dei gusti nuovi, veri, ricercati, mai banali.
Una serata perfetta che mi ha costretto ad interrompere il tour dei crudi, per evitare esperienze non certamente paragonabili.
Un ristorante immancabile. Prenotate per tempo, non aspettano certamente voi.
Ma, se avrete la fortuna di trovar posto, mi ringrazierete.
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