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Pastori: titolari di una cultura millenaria

Immagine del redattore: Mangiare in ViaggioMangiare in Viaggio

Volendo essere retorici si potrebbe dire: la bellezza della Sardegna non è soltanto nelle sue coste, nelle sue spiagge. Certo, l'equivoco nel quale facilmente cade vittima il visitatore è evidente.

Sappiatelo: non era quello il messaggio che noi sardi volevamo comunicarvi. E, se l'abbiamo fatto, è certamente per permettervi di avvicinarvi alla nostra Terra. Ecco: se siamo riusciti a far passare solamente quel messaggio, ad ogni buon conto, vi chiediamo scusa.

Certo, i cartelloni con il mare di Sardegna vendono bene. Sono un ottimo strumento per convincere tanti di voi a investire i risparmi di un anno di fatiche lavorative nel paradiso dei tramonti sulla spiaggia, magari conditi da un degno aperitivo a suon di risacca ed una magnifica cena a base di frutti di mare al chiaro di luna con vista mare.

E' colpa nostra, ma dobbiamo pur vendere la nostra Terra secondo le logiche del mercato. Pertanto, sappiamo che voi volete spiagge, mare cristallino, relax, buon cibo, silenzio.


Oggi, però, vi parlerò di ciò che vi siete persi ogni volta che siete ripartiti dopo la vostra vacanza in spiaggia. Certo non vi siete persi la tintarella, sia chiaro! Ma, in fondo, avete goduto solo una piccola parte dei piaceri della Terra di Sardegna.

Basta veramente poco per rendersi conto che l'Isola è verde e non brulla come a volte può apparire a chi la taglia in due viaggiando sulla nostra “autostrada” – la Strada Statale 131 – anzi: è molto verde! E' ricca di boschi, foreste, sorgenti, ruscelli, percorsi di trekking per tutti i livelli, arrampicate note in tutta Europa. Villaggi nuragici incastonati nelle montagne, ovili riadattati all'uso turistico. Posti selvaggi, silenzi estremi e profumi.


Basta poco per andare ancora più a fondo nella vostra ricerca e, quindi, rendersi conto che nel cuore della Sardegna pulsa una cultura atavica che ha forgiato volti, mani, caratteri. I pastori e la loro arte rappresentano la cultura millenaria dell'Isola di Sardegna.

La loro arte è quella di procacciare da vivere per la famiglia attraverso l'allevamento. Quella di saper riconoscere il clima, di saper accudire il bestiame, di trasformare il latte in formaggio, di saper arrostire le carni come deve essere fatto. Loro mantengono le loro famiglie, nelle quali è compreso anche il bestiame.

Tempo fa, quando i pascoli erano distanti da casa e non esistevano molti mezzi per raggiungerli, hanno affrontato vite difficili, ma con estrema dignità.


Ciò che mi piace della cultura pastorale è tutto ciò che ora cercherò di esprimere.


Adoro l'accoglienza che loro sanno dare. Adoro la loro capacità di vedere le – e vivere delle – piccole cose. Riconoscere ciò che è giusto e necessario e ciò che è bacato e superfluo. Amo vedere che i bambini sono profondamente educati. Non strillano, non piangono se non quando ha senso farlo. Non fanno i capricci. Il bambino più grande aiuta sia i genitori che i fratelli più piccoli.

Vi è profondo rispetto per i “forestieri”. Se avrete il buon cuore di farvi prendere in simpatia vi racconterano tante storie stupende, tanti aneddoti di vita. Sarete ospiti in tutto.

Siate naturali, loro saranno naturali ed ospitali.

Adoro i paesini con poche anime, pochi negozi, poco caos. Adoro il contorno della vita pastorale, che ha formato le popolazioni delle cittadine che li ospitano.

E' vero, come rilevato da illustri antropologi, che oggi la vita nei paesi a vocazione pastorale non è più quella di un tempo. Oggi tutto è moderno e, per fortuna, ci sono molte più occasioni per fare.

Ma ciò che resta è, appunto, l'educazione delle persone, la fierezza dei pastori che si sentono parte autentica della loro Terra.

Quella fierezza che non fa abbassare la testa neppure di fronte alle logiche di mercato che vorrebbero imposizioni dall'alto, soprattutto con riferimento al prezzo del latte. La vita bisogna affrontarla a testa alta perché il lavoro deve nobilitare l'uomo. La qualità si paga e la vita ed il lavoro dell'uomo, se porta qualità, merita rispetto ed un giusto prezzo.


Cosa vi consiglio, dunque?

Con i GPS, oggi, è impossibile perdersi. Allora: prendete una macchina a noleggio – se non avete portato la vostra – e girate. In internet si trovano tanti posti incredibili nell'interno della Sardegna. Attraversate le foreste, respirate aria buona. Frequentate i parchi e scoprite i paesini più piccoli dell'entroterra sardo. Parlate con le persone. Cercate di entrare nelle loro case, se venite invitati.

Quella è la Sardegna. Non ve la scorderete più.


Seguite questo blog: son sicuro che vedrete belle cose.

(Andando ad Austis ho incontrato questo bel gregge: il cuore batte...)

 
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